Tae Nobunaga vs Yuzin Asuka

Da quanto tempo hai detto che esiste questo posto?
Da circa trecento anni...
Eh tipo...è sempre stato così? uguale identico?
Si...
Proprio uguale? da trecento anni non avete mai dovuto rifare nulla? una crepa su una porta, una finestra incastrata...niente?
Esatto...
Mh...ok, ok...e tu dici che è per via di...
No, non lo dico io ma un culto più vecchio della tua intera stirpe! e adesso fammi finire...
OK, ok.....ma tu davvero non crederai che...
Zitta maledetta strega! smettila con questa blasfemia ! è una settimana che stai qui a cercare di mettere in dubbio la fede dei miei monaci, adesso che sei guarita vedi di sparire!
Questo non è molto caritatevole sai? sono sicura che la divinità non vorrebbe che mi trattassi così..
Ed io sono sicuro che mi perdonerà! detto questo, vorrei tanto poter dire che è stato un piacere conoscerti, ma non lo è stato un piacere! è stata la settimana più lunga della mia vita ed ho odiato ogni momento passato con te odiosa...creatura!
Anche per me è stato bello Goro san. Grazie per aver curato le mie ferite.
Fa buon viaggio Tae.
Goro Akechi era il capo spirituale del tempio Kiyomizu-dera, situato al centro del Paese del Fuoco, a circa un giorno di cammino da Gouka, luogo nel quale Tae aveva svolto la sua ultima missione: aveva dato la caccia ad un pericoloso mukenin, un certo Sojiro Sakura, un cacciatore di taglie che aveva puntato quella sbagliata. Lo scontro tra i due era stato brutale a dir poco, e sebbene la kunoichi della Nebbia fosse alla fine, riuscita a sconfiggere il suo avversario, aveva riportato delle ferite molto profonde. Testarda e di umore depresso, quasi per punizione, aveva deciso di non fermarsi in città a cercare un dottore, lasciando quindi il compito alla sua sola forza di volontà di riportarla a casa.
Tae perse i sensi circa tre ore dopo la sua partenza.
In maniera del tutto fortuita, vicino a Gouka, vi era un luogo particolarmente caro ai monaci della regione, un luogo di culto; Tae era svenuta proprio vicino a quel luogo, una sorta di piccolo bosco abitato per lo più da cervi. I monaci la trovarono a terra, proprio grazie a quei cervi che incuriositi dall'ospite le si erano radunati intorno. Dopo averla caricata su un carretto trainato da un instancabile asinello, la riportarono al loro tempio, dove fu curata per i sette giorni seguenti.
Ci speravo...ci speravo davvero... si diceva malinconicamente la ragazza mentre finiva ad allacciarsi la borsa; speravo davvero che qui avrei trovato un po' di pace...eppure...forse dovrei proprio smettere di cercarla...
Da qualche tempo, non solo i sogni, ma i pensieri tutti erano assediati da presenze malevole, senso di colpa e inettitudine, depressione. Tae non aveva mai superato gli eventi avvenuti nel Paese della Luna, che ancora la tormentavano. Si fermò nella sala centrale, il luogo di preghiera più importante del tempio, un'enorme area aperta dal pavimento in legno, dove ogni giorno i moncai trascorrevano ore in preghiera e in meditazione.
Si sedette di fronte la statua della divinità, senza un motivo apparente, aspettando solo la voglia di tornare a casa, così presente in passato e impalpabile oggi.

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Il tempio era un posto freddo, sopratutto di mattina, dove le grandi verande erano lascete aperte; i venti quindi erano liberi di correre a gran forza negli enormi saloni della struttura, ingoiando qualsivoglia fonte di calore. A quell'ora la sala centrale era praticamente deserta, era troppo tardi per la preghiera dell'alba e troppo presto per la meditazione, le uniche persone presenti erano un paio di coppie anziane e due ragazzini, iniziati del tempio, i quali stavano ripassando insieme i precetti fondamentali della loro fede: nel corso della settimana passata al tempio, Tae era entrata vagamente in contatto con la filosofia e la gestione del luogo, apparentemente il tempio accettava una decina di ragazzini ogni dieci anni e questi dovevano poi superare diversi esami prima poter diventare effettivamente dei bonzi. La kunoichi fu improvvisamente attirata da un'eco distante, i corridoi del posto erano infatti molto lunghi e vuoti, si poteva quindi sentiva l'eco di una conversazione anche a diversi metri di distanza, la ragazza tuttavia non si sarebbe mai aspettata che quella voce lontana appartenesse proprio a quella persona... Lo riconobbe subito, era un giovane dagli occhi e capelli castano scuro, scompigliati e mossi; era probabilmente in missione, era infatti vestito in pieno abbigliamento ninja, compreso di borsa, gilet, avambracci corazzati ecc....Yuzin...Yuzin...com'era...com'era...Asuka, ecco, Yuzin Asuka!...ma che diavolo...che ci fa qui? Non ne aveva voglia, non ne aveva nessuna voglia. Tae era perfettamente a conoscenza del fatto che lei e i suoi compagni di sventura, erano stati etichettati dalle masse come i "Caduto della Luna" ma questo non le aveva suscitato nessun spirito cameratesco, così come non ne aveva mai avuto durante la missione in se; l'unico con il quale aveva legato era stato Yusuke Uchiha, ma negli ultimi tempi, anche solo l'idea di rivederlo le dava la nausea. In qualche modo Tae aveva finito per identificare gli altri Caduti, come una riproposizione del passato, come una sorta di ricordo vivente di un qualcosa di orribile e spaventoso, qualcosa che aveva messo in dubbio non solo il suo lavoro e i suoi sogni, desiderati da tutti la vita, ma la sua stessa esistenza. Tae abbassò subito il capo, cercando di passare inosservata, con un po' di fortuna lui non l'avrebbe vista, con la coda dell'occhio però cercava di tenere quanto più possibile sotto controllo la situazione. L'eremita era venuto solo per visita il tempio, e dopo una veloce spiegazione del salone centrale era riuscito a farsi lasciare da solo e libero di girare per la struttura a suo piacere. Il ragazzo decise di avvicinarsi proprio alla statua della divinità, troppo vicino alla kunoichi per non essere vista, e difatti, proprio quando le sue speranze erano più forti, Ciao scusami se ti disturbo....maledizione! Non vorrei sbagliarmi ma, tu eri nella squadra mandata a Tsuki giusto? Il capo della kunoichi rimase bloccato verso il basso, il suo sguardo ancora fisso al palchetto di legno rosso, si...disse con voce scocciata. Lieto di vedere che non sono l'unico sopravvissuto, anche se per certi versi vorrei non lo fosse per me... Mh? che vuoi dire?
Quando Tae finalmente si voltò verso il ragazzo della Foglia rimanendo scioccata. I suoi capelli non erano castano scuro, avevano anzi uno strano colore, rosso scuro, quasi vermiglio, che ricordava il sangue ma la parte più bizzarra era il volto: i canini inferiori erano appuntiti e lunghi come quelli di una bestia, gli occhi anche non erano più chiaramente umani, gli iridi erano di un azzurro bizzarro, strani, di un azzurro brillante, troppo brillante, le pupille poi assomigliavano a quelle di Tae, strette. Improvvisamente Tae avvertì una fitta al petto. In qualche modo si sentiva davvero meschina, la gentilezza con la quale quel ragazzo si era presentato e si felicitava della salute della ragazza, mentre lei fingeva di non averlo visto, unita ai segni sul suo volto la colpirono. Sentì improvvisa vicinanza al ragazzo e una forte compassione. che ti è successo al volto? chiese.
Poco dopo però tornò nuovamente il rifiuto, per lui, per lei, per la Luna, per tutto quello che i due rappresentavano. Tae si alzò di scatto dirigendosi verso l'uscita, io me ne vado ! disse con voce irosa, fa un solo passo e ti considererò ostile...non mettermi alla prova shinobi...

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Le similitudini tra la storia di Yuzin e quella di Tae continuava ad aumentare: il giovane shinobi ebbe la sua personale Nihiru, si chiamava Ishi, la storia raccontata da Yuzin non era molto dettagliata ma alla fine non importava, anche lui si era scontrati con un demone, anche lui era sopravvissuto. La particolarità di uno scontro con un demone, cosa che lo contraddistingue da qualsiasi altro tipo di scontro, è che anche se sopravvivi non hai mai veramente vinto. Tae si era portata dietro una lama maledetta dalla quale non si sarebbe mai più potuta separare, doveva convivere con i suoi sussurri, le tentazioni e gli incubi, Yusuke e Yuzin invece, oltre a veder sfregiato il loro nome, avrebbero dovuto portare sul volto la prova della loro vittoria, come se avessero commesso un peccato terribile non morendo. Com'é strano... pensava Tae, com'è strano quanto tutto il mondo sembri provare repulsione per noi...come tutto il creato sembri incolparci di non essere morti.
Il sentimento della colpa e della vergogna erano diventati quasi persecutori, non c'era mai un effettivo momento nella giornata nella quale non ci pensasse... E tutto sommato era proprio per questo che la vista di uno dei Caduti la repelleva tanto, un po' come se i suoi incubi venissero a disturbala anche nel mondo reale. Quanta aggressività le ribolliva nel cuore, quanta angoscia e imbarazzo le smuovano quel volto mostruso e la contemporanea dolcezza dei suoi occhi. Non lo sopportava più, non lo sopportava proprio più; ma Yuzin non lo sapeva e non poteva capirlo, fu quindi solo confuso quando la kunoichi lo minacciò apertamente. Razionalmente non aveva senso, il ragazzo non aveva colpe, non aveva fatto nulla ma non era veramente con lui che Tae voleva combattere, non era lui che voleva cancellare ma il passato comune che i due condividevano, passato del quale Yuzin, in quel momento era simbolo. Al primo passo verso di lei la giovane mantenne la parola data qualche istante prima: con una smorfia di dolore sul viso scattò verso l'eremita tentando di colpirlo con una diretto destro alla bocca dello stomaco e, scivolando verso terra, a seguito di un deciso scatto di reni, provò a buttarlo a terra con una spazzata. Non disse una parola di più, non ce n'era bisogno. Che Yuzin lo volesse o meno, era iniziato lo scontro tra i due Caduti della Luna.

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Di punto in bianco il ragazzo si ritrovò steso a terra, e ricevette un ulteriore avvertimento, che suonava tanto come una minacciaresta giù... Yuzin tuttavia non era intimorito, non aveva paura di Tae ne delle sue minaccia, Sei una che mantiene la parola quindi? diceva il ragazzo, quasi con ironia, mentre si rialzava da terra.
Bene, se vuoi combattere allora combattiamo, senza indugi l'eremita evocò una copia, l'obiettivo era l'accumulo di energia naturale ma Tae non poteva saperlo, fu quindi confusa quando lo vide precipitarsi fuori dalla veranda e poi nei boschi; mmm...oh be, poco male... Lo scontro iniziò subito con delle veloci battute: la kunoichi era in guardia, il pugno sinistro era posizionato a guardia del naso, mentre l'altro proteggeva la parte destra del volto; Yuzin scattò verso di lei, portando prima un calcio al fianco sinistro della ragazza e poi un diretto in pieno volto. Tae si difese dal primo colpo sovrapponendo alla gamba del suo avversario il suo ginocchio, facendo forza con la gamba ancora a terra per attutire l'urto. Il taijutsu seguente invece fu agilmente scansato piegando il capo leggermente verso sinistra e facendo un piccolo passo in avanti. La kunoichi della Nebbia era sul punto di provare ad affettare una proiezione per buttare a terra l'eremita, fu quindi colta di sorpresa quando Yuzin sferrò un successivo pungno, il quale scambiato per un semplice colpo, la ferì non solo nel corpo. Il pugno dello shinobi aveva la consistenza della roccia e le parve di sentire un sonoro *crack* quando il taijutsu la colpì con forza al costato scaraventandola un paio di metri verso a sinistra. Per un istante le sembrò di aver scordato come si faceva a respirare, ma lo scontro era appena iniziato ed improvvisamente, la sensazione di imbarazzo e vergogna aveva preso fuoco, accendendo in lei la voglia di combattere il "mezzo demone". Da terra, Tae infilò una mano nel gilet, afferrando un kunai; la ragazza, alzandosi, si girò di scattò e lanciò l'arma ninja verso il suo avversario, ispirando nel frattempo a pieni polmoni. In pochi secondi, Tae aveva concentrato abbastanza chakra elementale per una delle sue tecniche più rapide, emettendo quindi dalla bocca una incandescente sfera di fuoco indirizzata proprio verso Yuzin. Il ninjutsu se anche avesse colpito, non sarebbe servito a far granché danni, e lei non voleva solo vincere, desiderava una vera e propria rissa, con occhi neri e nasi rotti. Si precipitò quindi verso il ninja della Foglia eseguendo un piccolo salto, comunque sufficiente a per tentare di colpire con una spazzata alta al volto. Il colpo era di se intuibile e facilmente parabile, ma questo Tae lo sapeva: ancora in aria infatti, spostò il peso tutto a sinistra, capovolgendosi e riuscendo quindi a poggiare la mano destra in terra; la kunoichi approfittò quindi della posizione per farsi perno con la mano e caricare un potente calcio, tentando di colpire Yuzin in pieno petto.

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Te lo ripeterò di nuovo Caduto, sta giù...
Nuovamente l'eremita finiva a terra e nuovamente si rialzava. Il viso pesto, il naso rotto o la puzza di bruciato non lo intimorivano affatto, Tae e le sue minacce non erano niente che non avesse già visto, niente che non avesse già affrontato; Yuzin si reggeva a malapena in piedi, il colpo in pieno viso era stato molto violento, facendo perdere al ragazzo l'equilibrio, anche se solo per un momento, si pulì il viso con la manica del kimono e riprese la posizione di guardia, pronto a riprendere lo scontro.
Maledetto...perchè non stai giù? perchè non mi lasci andare via?! Eh sia... disse la kunoichi assumendo una particolare posizione di combattimento, se non ti decidi a star giù da solo, farò in modo che non tu possa rialzarti per un bel po'...Gyojin Karate! Improvvisamente il corpo tutto della ragazza squalo prese a tonificarsi, il chakra pulsava forte in ogni dove, poteva sentirlo chiaramente, braccie, gambe e torso, rinvigorendone i muscoli ed aumentandone la reattività. La frattura faceva male, molto male, ogni respiro di per se era simile ad una stilettata, Tae aveva provato a fare respiri brevi, sperando di limitare il dolore ma non era bastato e in ogni caso, si rivelava un'esercizio molto difficile da fare durante un combattimento, dove la necessità di dover scattare da un momento all'altro impediva una corretta regolazione del respiro. La kunoichi avrebbe fatto sul serio da quel momento in poi, non solo per schiacciare il chunnin e tutto ciò che involontariamente rappresentava, ma anche per finirla in fretta e tornare a medicarsi; contemporaneamente Yuzin componeva una sequenza di sigilli, alla fine della quale, delle sfere di fuoco grandi all'incirca poco più di un pugno, presero a roteargli intorno. Che diavolo?! cosa sono quelle? perchè gli fluttuano attorno? meglio fare attenzione...potrebbero partire da un momento all'altro...
Lo shinobi scattò in direzione della kunoichi, pronto a colpirla con un pericolassimo gancio sinistro, reso ancor più temibile da dei bizzarri tirapugni; la distanza tra i due era troppo breve per poter schivare, Tae fu quindi costretta ad incassare il colpo: tirò il braccio destro giù, vicino al costato, in modo da intercettare il pugno, e poi, improvvisamente, sentì un fortissimo bruciore alla spalla sinistra, una delle sfere di fuoco era infatti partita, colpendo in pieno la kunoichi. Merda! in una frazione di secondo Yuzin sferrava un nuovo pugno, un destro questa volta, un montante dritto allo stomaco della ragazza, mentre con la mano libera comandava un'altra palla di fuoco di attaccare alla coscia. Nella foga del combattimento Tae agì d'istinto, senza un'effettiva pianificazione o logica. Eseguì un rapido passetto un avanti, portandosi sulla sinistra e contemporaneamente avvicinandosi al ragazzo. La sfera di fuoco la colpì nuovamente, procurandole un'ulteriore ustione, bruciava molto ma non le importava; il movimento le aveva permesso di evitare il pugno del suo avversario, ora avrebbe contrattaccato. Con una rapidissima sequenza di piccoli movimenti, tentò di posizionare il piede sinistro dietro Yuzin, mentre con il braccio cercava di spingerlo in avanti, nella speranza di buttarlo a terra. Durò tutto pochi istanti, non c'era tempo quindi di accertarsi se la proiezione di judo avesse o meno avuto successo, ma nella speranza che Yuzin fosse nuovamente finito a terra, Tae voltò di scattò e sferrò un violento pugno verso il basso. AAHH!!

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Il peso della ragazza unito al forte strattone in avanti fu sufficiente per atterrare Yuzin: il ragazzo fu quindi scaraventato rapidamente a terra ricevendo una botta tanto forte e inaspettata da lasciarlo letteralmente senza fiato; il fulcro di quella proiezione era proprio quello, sfruttare il momento di maggiore vulnerabilità dell'avversario, cioè subito dopo un'attacco, e approfittare dell'effetto sorpresa per finirlo a terra. Il colpo successivo infatti fu portato con massimo desiderio di offendere, con il pugno fu azionata una grande onda d'urto, la quale fu assolutamente inoffensiva verso Yuzin, essendo lui già spalle a terra, ma che rilasciò all'interno della grande sala un imponente energia, come una folata una di vento. Completamente rapiti dal loro scontro, i due Caduti della Luna non avevano prestato attenzione alle persone intorno a loro, infatti se dapprima qualche curioso era rimasto a guardare i primi scambi di colpi, altri bonzi, i più anziani, erano andati di corsa ad avvisare Goro, il monaco capo della struttura. Al primo sangue e alle varie sfere di fuoco, anche i più curiosi decisero che era meglio andarsene ed evitare di essere colpiti anche loro; sebbene per motivi diversi e con uno spirito diverso, la tensione che scaturiva dalla lotta tra i due chunnin era palpabile, presente e aleggiante in tutto il salone come uno spettro.
Il pugno della kunoichi colpì l'eremita in pieno petto, immediatamente Yuzin iniziò a tossire, stordito non solo dal dolore ma anche dalla mancanza d'aria. I suoi versi sembravano dei latrati ed allora, proprio mentre Tae non se lo sarebbe mai aspettato, tornò il senso di colpa, la sensazione di star facendo qualcosa di sbagliato, ingiustificato. Una piccola parte di lei sapeva di non averne nulla contro Yuzin e che la sua unica colpa, era quella di essere stato insieme a lei sulla maledetta isola di Tsuki. Che schifo cazzo...cosa sto facendo qui?...
Non è mai saggio tuttavia perdersi nei pensieri nel bel mezzo di una battaglia, e mentre la kunoichi si affliggeva per ciò che stava facendo e che aveva fatto in passato, Yuzin approfittò di quell'occasione per contrattaccare: si lasciò scivolare dalle dita uno dei tirapugni, concedendosi un paio di secondi per preparare una tecnica tanto temibile quanto subdola. Dal nulla Tae sentì di essere presa alla caviglia, la stretta era forte come quella di una tenaglia, l'eremita aveva dato il via al contrattacco. In un istante quattro sfere di fuoco avevano accerchiato la ragazza squalo, che colta in fallo si accucciò a terra, quasi lasciandosi cadere, cercando di proteggersi il capo con le braccia.

La pelle morbida e candida della bellissima kunoichi, reagendo al chakra, mutò improvvisamente, divenendo dura, spessa e ruvida come fosse carta abrasiva; lo scopo di quel ninjutsu era quello di diminuire i danni, di poter incassare meglio, difatti quella che farebbe dovuta essere una ustione molto più grave, risultò solo in quale leggera bruciatura. Nel frattempo la stretta di Yuzin sembrava divenire sempre più forte, sempre più assomigliava ad una tenaglia e meno ad una mano, era come se quanto più tempo l'eremita rimaneva attaccato, tanto più la stretta diventava d'acciaio...tuttavia non era proprio così. Passata l'agitazione per le sfere di fuoco, Tae si rese conto che non era Yuzin a diventare più forte ma era lei a diventare sempre più debole...il suo avversario le stava rubando il chakra: le energie della kunoichi diminuivano velocemente, troppo velocemente per cercare di liberarsi dalla presa con la forza bruta, doveva agire in fretta. Prese un bel respiro e si voltò verso il ragazzo...Katon: Kakyu!!

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La sfera di fuoco si schiantò contro Yuzin, avvinghiandolo in un turbinio di piccole fiamme che avvamparono tutt’intorno, costringendo quindi il chunnin a lasciare la presa. Così come poco prima, Tae sentiva una profonda stanchezza, tuttavia interrotto il contatto con la tecnica del ragazzo immediatamente sentì nuovamente le forze, come non fossero mai andate via; subito riprese la posizione di guardia e approfittando della momentanea indisponibilità del suo avversario, fece in modo di distanziarsi di alcuni metri, non si era mai abbastanza sicuri dopotutto. Yuzin poggiò una mano in terra e si mise in ginocchio, era visibilmente sofferente ed anche se il fuoco si era spento, dal suo corpo si alzava un fumo nero e una distinta puzza di pelle bruciata.
Devo dartene atto... disse l’eremita dandosi un’ultima spinta per rialzarsi da terra,
è stata una bella mossa...direi però che ora è arrivato il momento di fare sul serio.
Tae non rispose, era chiaro che il tizio che si trovava davanti non era uno qualunque, non fosse solo per la grande quantità di colpi che era riuscito ad incassare, riuscendo sempre a rialzarsi, lui era uno dei Caduti della Luna. Il ragazzo doveva aver necessariamente affrontato uno dei demoni sopravvivendo allo scontro, e quello era un merito che neanche diversi jounin potevano vantare: se le diceva non di aver ancora iniziato a combattere al suo massimo, lei gli credeva. Appoggiò la mano destra sul fodero della katana senza estrarla, mentre con la sinistra restava davanti al suo viso, a protezione e poi…impossibile…
Yuzin fece un commento particolare, esortò la kunoichi a far uso anche di tecniche acquatiche…come diavolo?! Come fa a…saperlo?? Quali erano i poteri di Yuzin, come mai sembrava sapere queste cose di lei? Che regalo gli aveva fatto la creatura che aveva affrontato oltre le raccapriccianti forme del volto? Era necessario analizzare le informazioni presenti evitando di farsi intimorire.
Restiamo calmi…si disse la ragazza, non mi ha mai visto combattere, ne sono sicura…allora come? Che qualcuno gli abbia dato informazioni su di me? Chi poi ? Perché? Avanti…non può certo leggermi nel pensiero…ma certo…questo tizio è di Konoha…avrà sicuramente avuto modo di parlare con Yusuke…
Le userò quando ce ne sarà bisogno, per ora il fuoco sembra bastare…hey…non smetti mai di sorprendere tu…
Il volto dell’eremita aveva subito una nuova trasformazione, assumendo dei tratti meno invasivi di quelli da demone ma che uniti insieme rendevano il suo viso un bestiario indefinito: gli occhi già particolari di per sé, o meglio, le pupille, avevano assunto una forma particolare, erano diventate oblunghe e orizzontali, ricordavano gli occhi di un rospo o di qualche anfibio, e si era formato intorno agli occhi uno strano contorno giallognolo, quasi arancione…*puff* dal nulla riapparvero le sfere di fuoco, quattro come le altre volte e sempre disposte in maniera circolare.
Sembra palese ormai che queste continueranno a ricomparire finché lui lo desidererà e che non può evocarne più di quattro…una tecnica interessante…
Guidate da un rapido movimento di mano del chunnin, le sfere si diressero all'unisono verso Tae: c’era un po' di distanza e la possibilità di non dover incassare per questa volta: rapidamente la kunoichi face un bel respiro riempiendosi i polmoni e nuovamente rispose con l’ennesima sfera di fuoco, che con i suoi due metri riuscì ad annullare la tecnica dell’eremita, la quale concentrata tutta nello stesso punto, non godeva di un raggio più ampio della Kakyu.



Ripreso in mano il tirapugni, Yuzin tornò all’attacco con una rinnovata velocità, mentre l’avversaria componeva il sigillo di clonazione. Incredula la kunoichi fece in tempo solo a vedere il suo avversario macinare metri, azzerando in un batter d’occhio le distanze prese poco prima, mentre alla sua sinistra si ammassava una informe figura acquatica: il chunnin, ora proprio davanti a lei sferrò quindi un primo colpo; non impari mai vero? Si disse Tae fra sé e se, mentre tentava di afferrare nuovamente l’avversario per buttarlo a terra; tuttavia proprio mentre tentava di scansare il calcio, si ritrovò contro un colpo che aveva la forza propulsiva di un siluro. Argh!!!
Guardava il mezzo demone con gli occhi strabuzzati, incredula della sua improvvisa rapidità e forza. Yuzin aveva sferrato un calcio laterale davvero troppo rapido per essere evitato con un semplice movimento, l'urtò fu difatti così forte da far perdere l’equilibrio alla ragazza squalo, la quale sul punto di cadere, dovette sorreggersi con poggiando a terra entrambe le mani. Il mizu bunshin si era allontanato da tempo, era lontano circa tre metri quando iniziò a comporre una nuova sequenza di sigilli. Fu così quindi che mentre il clone suiton vomitava una appiccicosa sostanza semi trasparente, Tae incassava un ulteriore pugno: quest’ultimo fu terribile, nel cadere a terra si era lasciata scoperto il fianco ferito, Yuzin non si lasciò sfuggire l’occasione, colpendo con forza proprio lì. Digrignò i denti che si serrarono come fossero una morsa, non emise un fiato però, non davanti al suo avversario. Mentre la pozza viscosa si allargava come una macchia d’olio, Tae afferrò l’elsa della spada menando un rozzo fendente in direzione del suo avversario, sperando di arrecargli più dolore possibile.
Contento adesso? disse il mizu bunshin con fare sornione, l'originale però era preoccupata, Yuzin non era più lo stesso Ma che diavolo gli è successo??

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Nel cuore di Tae albergava una bizzarra sensazione di estraneità, qualcosa non tornava, non aveva senso e non faceva che picchiettare nella sua testa come un assillante pensiero. Perché stava combattendo contro Yuzin? Fin dal principio non c’era stata alcuna ragione se non la sua frustrazione, il suo disagio e malessere. Il chunnin della Foglia si era limitato a rispondere ai colpi della kunoichi e adesso le cose sembravano esser sfuggite di mano…Tae si era cacciata in una assai spiacevole situazione, si perché in fondo non aveva interesse a combattere, voleva solo mostrare i denti, essere quanto più chiara possibile sui suoi sentimenti, su quello che pensava degli eventi della Luna e sul loro gruppo, “i Caduti”…ma non a Yuzin, tutti questi chiarimenti e precisazioni voleva darle a se stessa, il suo ex commilitone si ritrovava solo vittima dell’egoismo e dell’infantilità della ragazza squalo.
Il fendente di spada aveva permesso all’eremita di liberarsi parzialmente dal Campo di Sciroppo, Tae non aveva infatti ragionato troppo sugli effetti possibili di un colpo così vigoroso, lì per lì, il suo giudizio era stato accecato dal dolore e la voglia di ferire a sua volta l’avversario valeva più di una blanda mossa strategica. Yuzin si ritrovava quindi libero di contrattaccare, forte di una rinnovata e inspiegabile energia e di due copie: il chunnin difatti non aveva perso tempo richiamando al suo fianco altri due bunshin, i quali presero subito a comporre sigilli. Il combattimento era ancora nel vivo, non si era affatto arrestato e semmai era divenuto più acceso, adesso anche il ragazzo della Foglia aveva un motivo per combattere, per insegnare alla sua avversaria quanto sia poco saggio pestare i piedi alla persona sbagliata. Una nuvola di corvi prese a muoversi verso la ragazza squalo, mentre nascosti, l’altra copia e l’eremita preparavano una micidiale tecnica katon. Era la prima volta che le capitava di vedere una tecnica del genere, l’unico jutsu che potesse evocare degli animali era la tecnica del richiamo, eppure non le era sembrato di vedere i classici sigilli sul terreno tipici del ninjutsu; sapere tuttavia cosa fosse o meno quella tecnica era sicuramente pericoloso, Tae fece istintivamente un ulteriore saltello all’indietro, guadagnando un nuovo metro, una fulminea fitta al fianco le portò via una bella fetta di fiato e amor proprio ma non poteva fermarsi, diresse verso gli uccelli una rapida palla di fuoco, la quale una volta investita lo stormo lasciò brevemente libera la vista.

Yuzin era anch’esso sul punto di ultimare la sua combinazione di sigilli, non che fosse una sorpresa, di certo non era nascosto dietro quei corvi per prendere tempo, ed era chiaro che l’obiettivo dello shinobi fosse quello di distrarre l’avversaria. Era tardi per qualunque tipo di contromossa o di schiavata, qualunque cosa il ninja stesse preparando sarebbe giunta prima, così prese la forzata decisione di utilizzare la sua più rapida tecnica difensiva, il jutsu della Prigione Acquatica, lasciò cadere Nihiru e prese a comporre i sigilli necessari.



Il jutsu di Yuzin consistette in tre dragoni di fuoco, che finirono tuttavia infranti contro la bolla acquatica, così come un sospetto getto verdognolo di ignota consistenza o utilizzo. Immediatamente dopo aver incassato il jutsu avversario, Tae rilasciò la bolla e intimò al clone acquatico di accompagnare la sua offensiva, dicendo solo due ambigue parole
Fai piovere! Tae prese quindi a comporre una rapida combinazione di sigilli per poi emettere un un fulmineo cono di fiamme che si diresse verso la posizione di Yuzin, mentre contemporaneamente, il muzu bunshin fece iniziare a cadere una pioggia nera e maleodorante sulla zona sopra le teste del chunnin avversario e del suo clone.

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