Yuzin Asuka vs Tae Nobunaga

…Volevo…
Umh?
…Volev…complimenti Nobunaga san…
Il giovane ninja medico divenne vergognosamente paonazzo, la fronte sudava copiosamente e non riusciva a tener fermo lo sguardo: si spostava sull’entrata dello spogliatoio, poi su uno shinobi dai capelli bianchi, poi ancora su uno sgabello e nuovamente da dove era partito, chiuso in un nervosissimo loop; senza esser maliziosi, sembrava però che l’obiettivo di maggior interesse di Inosuke Kumano fosse il viso della kunoichi, pallido e con un’aria di mistico mistero come la luna. Tae era uscita vittoriosa contro la sua avversaria, anche se con molte più difficoltà del previsto; aveva subito svariate ferite e di svariata natura, Maemi Takahashi sarebbe stato un nome da ricordare, senza dubbio aveva un’importante carriera davanti a sé. La ragazza squalo si voltò distratta verso il medico, che con tanto affetto l’aveva rimessa a nuovo e fatto i complimenti, era un ragazzo assolutamente normale, uno di quelli del quale si scorda il volto mentre lo si guarda, lo fissò dritto negli occhi; durò tutto pochi istanti ma Inosuke avrebbe giurato per il resto della sua vita che fossero in realtà state delle ore, lo sguardo di ghiaccio della ragazza squalo sembrava cercare disperatamente qualcosa, scrutava dentro quell’iride azzurro e spaventato, pretendendo una risposta alla sua assenza di agitazione, alla sua tranquillità. La vittoria su Maemi non le aveva lasciato niente, o meglio, le aveva lasciato proprio il niente; difatti se prima poteva almeno dirsi spaventata dal pubblico e inibita dal loro ipotetico vociare e criticare, adesso non sentiva più nulla. Un fugace dubbio le passò la testa da parte a parte, proprio mentre si voltava tornando ad ignorare il ragazzo, perché non sentiva niente? Aveva sconfitto un’ostica avversaria, poteva esserne più che fiera, aveva inviato un simbolico dito medio a tutti i suoi detrattori, certamente un buon motivo per riempirsi di autostima, ma soprattutto, aveva vinto; era sempre stata una ragazza egocentrica ed eccessivamente orgogliosa dei suoi traguardi, perché ora non sentiva niente? Il suo pensiero vagava, interrogandosi in un mare di varie e più o meno possibile spiegazioni, andando così tanto a zonzo nelle ipotesi da aver paura che potesse perdersi; si morse il labbro inferiore ed assunse un involontariamente sensuale visino imbronciato, forse lo sapeva il perché. Continuava a ragionare come la Tae del passato, aspettandosi le reazioni che avrebbe avuto in un tempo ormai lontano, doveva semplicemente abituarsi alla nuova se, imparare a conoscersi…e tuttavia c’era una piccola, microscopica parte di lei che ancora si chiedeva se la kunoichi di un tempo sarebbe mai tornata.
Io…io penso che tu sia stata bravissima…emh…cioè…si bravissima! Ho tifat..t..t..to, tutto il tempo per te…Sai…io…
Un altra maledetta parola e gli apro la gola a morsi...
Hey, ti spiace se ti sostituisco?
C..C..cosa?
Sono anch’io un ninja medico, sta tranquillo…
Ma..ma..
Che ci fai tu qui? Improvvisamente cadde un rumorosissimo silenzio, e la temperatura sembro abbassarsi, come se fosse di punto in bianco tornato pieno inverno.
Che vuoi dire? Sono venuto a fare il tifo per te…come sempre tra l’altro…anzi Tae…perché non mi hai detto niente?
Kei Kurono non era solo l’insegnante di Tae, molto di più, era stato fin dall’accademia il suo sensei, trasformandosi in poco tempo in mentore, l’aveva seguita in tutti i più importanti passaggi della sua vita rimanendo sempre una figura rassicurante e di conforto…eppure i due non si vedevano da svariati mesi. Tae aveva, senza alcun preavviso tagliato completamente i ponti con il suo insegnante, il quale un bel giorno si era ritrovato senza la ragazzina con la quale aveva instaurato un rapporto andato ben oltre la semplice didattica.
È questo che vuoi chiedermi?
No, che fine hai fatto? Perché sei sparita?...è per via…degli eventi della Luna?
Tae trasalì, il solo nome le faceva scoppiare il cuore, le reazioni emotive poteva cambiare in uno schiocco di dita, passando dal furore selvaggio a puro terrore, ma il battito cardiaco andava sempre fuori controllo allo stesso modo. La kunoichi non disse una parola né si voltò, lo sguardo restava fisso al pavimento, con un aria spenta e assente, Kei stava per intervenire di nuovo, strattonare l’allieva e svegliarla da quel bieco torpore ma…
* Infine Yuzin Asuka si batterà contro Tae Nobunaga…*
La voce metallica dell’altoparlante raggiunse i tre ancora negli spogliatoi, salvando all’ultimo momento la kunoichi. Tae si alzò di scattò prendendo al volo il gilet appoggiato su uno sgabello vicino, per poi incamminarsi verso l’arena. Kurono in un ultimo atto di ribellione afferrò il braccio della kunoichi, la quale però, senza neanche voltarsi, si libero con uno strattone, dicendo con tono secco e distaccato, un "Devo andare" che aveva il peso di una montagna e il filo di pugnale.
Si era rinfilata il gilet lasciandolo aperto davanti, il cappuccio blu notte le copriva il capo e gli occhi bassi, camminava spedita, impettita, trascinandosi dietro un involontario orgoglio; guardandosi attorno la sorprese un leggero afflato di malinconia, quell’arena la conosceva benissimo.
Mi chiedo se…
Era un’arena classica, come tante altre, ma si domandava comunque se non fosse proprio quello il luogo nel quale si era scontrata con Galatea, in quella lontana semifinale dell’esame chunnin; chissà dov’era lei, chissà se anche lei era diversa. L’arbitro era lo stesso delle eliminatorie, lo stesso uomo silenzioso e dallo sguardo burbero, Tae prese posto al centro dell’arena senza dire nulla, prestando dapprima poco interesse anche verso il suo avversario, i due distavano circa sei metri, e non era la prima volta che si incontravano. Il ragazzo davanti a lei era Yuzin Asuka, o per lo meno ciò che ne era tornato dall’isola di Tsuki; il giovane dal volto gentile, ora era una maschera dell’orrore, con canini sproporzionati e appuntiti e capelli rosso sangue. Tae trasalì guardando il chunnin in faccia, non ne era sicura, affatto ma…aveva un volto conosciuto, e quei lineamenti poi…Yusuke aveva subito un simile destino, finendo anch’esso con il volto sfigurato da chissà quale antica maledizione. I Caduti della Luna erano costretti a non poter nascondere il loro fallimento, portavano sulle spalle una colpa che non avrebbe mai smesso di bruciare, che non sarebbe mai diventata meno pesante. Tae abbassò lo sguardo, sperando di non esser stata riconosciuta, pregava che Yuzin non si fosse accorto di lei, che si fosse dimenticato tutto, il suo viso, il suo nome, il suono della sua voce. Non sapeva perché, ma sentiva che un qualsiasi accenno a quel posto o al loro comune passato le avrebbe causato una vergogna infinita, facendola cadere nel panico.
Le regole le sapete…Dateci dentro
, disse l'arbitro, poco prima di sparire nel nulla.


Tae non perse tempo, voleva scacciare via i pensieri e liberarsi più in fretta possibile del suo compagno Caduto: compose rapidamente il sigillo di clonazione, evocando al suo fianco una copia perfetta, poi scattò verso l’avversario. Mentre il Mizu bunshin componeva una familiare combinazione di sigilli, ogni parte del corpo dell’originale veniva irrorata di chakra, divenendo turgida e definita, con un po’ di fortuna, quel ragazzo non sarebbe stato un altro di quei farabutti utilizzatori di genjutsu, e si sarebbero potute menare finalmente le mani; mentre la zona si ricopriva di liquido viscoso, Tae con uno scatto fulmineo, sferrò un rapido pugno verso il suo avversario mirando alla bocca dello stomaco, sperava di togliergli il fiato per uno o due secondi, il tempo necessario per colpire con la vera offensiva. Fintò un semplice calcio alto, più fiacco e meno preciso di un reale Senpuu, quello doveva essere un ulteriore diversivo, difatti idealmente, mentre Yuzin si sarebbe adoperato per difendersi dalla prevedibile spazzata alta, lei ne avrebbe approfittato per sferrargli una poderosa zampata in pieno petto. Ancora in aria, si lasciò cadere con grazie sul suo lato sinistro allungando il braccio verso il suolo per sorreggersi, la mano era ben piantata a terra e con un rapido colpo di reni caricò il calcio, il quale partì in direzione di Yuzin come fosse un proiettile.

Code © El Gringo 89

Il calcio colpì l’eremita mozzandogli il fiato. Lo scatto aveva dato al colpo una forza impressionante e Yuzin, cadendo a terra, sembrava averla subita in pieno. Tae completò la rotazione riportando a terra le gambe, i suoi occhi erano fissi sul suo avversario e non appena notò che questo si lasciava cadere ne approfittò per allontanarsi; l’istante che segue un attacco è di solito il momento di maggiore vulnerabilità e se poteva evitarlo, non avrebbe lasciato al chunnin nemico la possibilità di approfittarsi di quella breve apertura. Tae temeva il suo avversario, Yuzin infatti non solo aveva superato le eliminatorie, sconfiggendo quindi anche lui un avversario possibilmente della caratura di Maemi, ma era un Caduto della Luna e questo non poteva significare altro, se non che fosse un gran combattente: gli abitanti del Villaggio, ma anche guerrieri più esperti, fino ad arrivare persino ad alcuni jounin, sembravano deridere i Caduti per il loro fallimento, dimenticandosi però che erano stati gli unici a tornare da quell’isola. Tae ne era certa, così com’era accaduto a lei, Yuzin, Muten, Yusuke, tutti loro aveva avuto a che fare con qualche demone, tutti loro avevano combattuto un essere sovrannaturale, un mostro delle leggende…ed erano sopravvissuti; poco importa se avessero vinto o meno, qualcuno in grado di poter vantare un’impresa del genere non doveva in nessun modo essere sottovalutato, un errore del genere non poteva far altro che portare alla sconfitta. Una serie di scatti all’indietro le permisero di mettere circa quattro metri tra le e il suo avversario, giusto in tempo; Yuzin aveva infatti evocato un clone il quale subito prese a preparare l’offensiva. Tae fece un bel respiro concentrando nei polmoni sufficiente chakra katon per rispondere immediatamente all’eremita, ma non si aspettava in nessun modo la tecnica utilizzata dal kage bunshin, quello che vide difatti la colse completamente alla sprovvista: dal nulla fu evocata un imponente stormo di corvi, che come una nuvola temporalesca si lanciò facendo un gran baccano verso la ragazza. Spaventata dall’inquietante immagine, Tae fece istintivamente un ulteriore saltello all’indietro, guadagnando un nuovo metro e diresse verso gli uccelli la palla di fuoco inizialmente preparata per dissolvere il clone. Il gracchiare delle bestie fu assordante e nonostante fossero in fiamme non si fermò, diventando anzi ancora più aggressivo, quasi persecutorio, tuttavia diede a Tae la possibilità di scorgere Yuzin, per poco, solo una manciata di secondi, sufficienti comunque per vederlo ultimare la sua combinazione di sigilli e lanciare verso di lei tre minacciose figure di fuoco dal volto draconico. La kunoichi non appena lo vide comporre, sapeva già di essere in ritardo per schivare qualsiasi cosa sarebbe stata evocata da quei sigilli, doveva difendersi e la difesa più rapida nel suo arsenale, era il jutsu della Prigione Acquatica, tecnica usata principalmente a scopo offensivo ma decisamente efficace anche nell’altro senso; il mizu bunshin contemporaneamente, vedendo a distanza di sicurezza lo svolgere del combattimento, pensò bene di utilizzare una delle tecniche più antiche del villaggio di Tae, nonché una delle più temute nel mondo ninja, per permettere al corpo originale, una volta incassato l’attacco di Yuzin, di ritrovarsi in una posizione di teorico vantaggio. Il muso fittizio delle tre bestie di fuoco era a poco meno di una ventina di centimetri dal naso della kunoichi quando ultimò la sua sequenza di sigilli, ne percepiva l’enorme calore e la pericolosità ma il globo acquatico, forte del suo vantaggio elementale spense i tre dragoni di fuoco sostenendone la forza senza troppi problemi, in quel momento, la nebbia prese a diffondersi nell’area.



Uno spesso manto di nebbia ricoprì l’intera arena, portando con sé un insolito silenzio ad eccezione del gracchiare dei corvi: il pubblico sembrò zittirsi in attesa di vedere cosa sarebbe successo, chiunque si trovasse aldilà dal raggio della tecnica sarebbe stato tagliato fuori ed ogni suono sarebbe risultato inudibile, quella calma insolito dopo uno scontro che si stava rivelando tanto acceso, aveva avuto una sorta di effetto stordente ed era totalmente inaspettata per i paganti sugli spalti. Dissolta la bolla suiton, Tae si prese qualche secondo per riprendere fiato, soffermandosi in quegli istanti di interdizione e tuttavia consapevole che a breve sarebbe giunta una nuova ondata di adrenalina.



Quando il chakra prese a concentrarsi nei vari organi di senso, il frastuono prodotto dai corvi divenne così intenso che quasi le sembrò di sentire le bestie beccarle la calotta cranica, era l’unico suono presente nell’arena ed ora che era stato amplificato, era quasi insopportabile. La ragazza squalo approfittò della momentanea invisibilità per spostarsi circa tre metri sulla sua sinistra, allontanandosi ancor di più dallo stormo e dal loro baccano; era assordante, ma molto meno di quanto lo sarebbe stato se si fosse ritrovata accerchiata. L’udito sarebbe stato difficilmente utilizzabile in quelle circostanza, ma l’olfatto non aveva nessun impedimento. Tae percepì la posizione del chunnin, chiaramente come potesse vederlo: i suoni erano doppi e confusi dal gracchiare dei corvi ma aveva visto chiaramente la copia e la sua posizione, era necessario quindi concentrarsi sugli odori provenienti dalla figura centrale per rimanere sempre consapevole della reale posizione di Yuzin, non era un compito facile ma con un po’ di impegno era possibile avere delle coordinate più o meno attendibili; l’odore del respiro del giovane e quello più acre del suo sudore sarebbero state la sua bussola, sapeva di dover colpire, prima che l’eremita escogitasse un modo per dissolvere la nebbia, prima che tutto andasse in fumo, quindi, a seguito di una semplice serie di sigilli, attuò la sua risposta.



Questa è la tecnica che ha reso famoso il mio Villaggio… disse la kunoichi con voce suadente; il suono arrivava proprio dalle spalle di Yuzin, e quello che Tae cercava di fare era ingannarlo, convincerlo di trovarsi in una posizione diversa, portando quindi il suo avversario a darle le spalle e lasciandole campo libero per un nuovo attacco. …In realtà non saprei dire se venne prima questo jutsu o il Villaggio stesso, quello che so è che è stata questa tecnica a renderci i migliori cacciatori del mondo ninja…
La kunoichi estrasse tre rasoi da una tasca della borsa e lo lanciò nella direzione dalla quale provenivano i suoni del bunshin e prese poi a correre verso l’eremita a gran velocità; correva più in fretta che poteva, seguendo però un percorso ad arco e non dirigendosi verso l’avversario in linea retta: prese una curva larga, arrivando in linea teorica dalla destra di Yuzin, il cuore le batteva forte, il chakra utilizzato era già stato eccessivo e mantenere attiva una tecnica complessa come quella dell’Omicidio Silenzioso le sembrò improvvisamente un compito decisamente pesante, ma non avrebbe mollato neanche per un istante, non c’era nessuna esitazione ma solo l’assoluto bisogno di combattere, ignorando persino la vittoria. Raggiunta la posizione indicatale dai sensi, con una rapida spazzata bassa tentò di atterrare il suo avversario. Quello era il momento, l’occasione per infierire sul nemico, caricò quindi le sue energie nel pugno destro e colpì verso il basso tentando un nuovo colpò al busto. Il chakra scorreva forte nell’attacco della ragazza squalo, il braccio stesso era irrorato di energia, la quale al suono di un acuto “Samegawara Seiken!”, si disperse nell’ambiente causando un forte spostamento d’aria, che seppur smorzato dalla pavimentazione dell’arena era chiaramente percepibile.

Code © El Gringo 89

Kakyu!!
La sfera di fuoco esplose in una miriade di piccole lingue di fuoco; Yuzin non aveva considerato l’apertura che quella tecnica avrebbe concesso alla kunoichi, facendosi quindi prendere alla sprovvista…ma era davvero così? L’esser riuscito ad assorbire il chakra della sua avversaria non era una mossa fine a se stessa, il ragazzo era infatti riuscito a risvegliare il demone che albergava nel suo corpo, era uno spirito ingordo e si destava metaforicamente dal suo sonno, solo se adeguatamente invitato. Yuzin prendeva per la gola questa parte di se stesso, la quale oltre a conferirgli degli inquietanti occhi rossi, gli donava rinnovata forza.
Che diavolo era quella forza?! da dove viene fuori??! Si disse Tae mentre rotolando si allontanava da Yuzin
Diavolo, mi è quasi passato da parte a parte…sembrava un normalissimo pugno ma…forse era un normalissimo pugno…dev’essere questo il “regalo” lasciatogli dal suo demone…è questa la tua maledizione Caduto?
La kunoichi piegò il capo verso la sua sinistra e con un morso spezzò il filo metallico che le immobilizzava il braccio sinistro, le sue zanne era infatti abbastanza affilate e la sua mandibola abbastanza forte che del semplice metallo, sottile come quello non era nulla che potesse anche solo impensierirla, la ragazza poi si poggiò a terra con la schiena e raccogliendo le ginocchia verso il petto, allungò ancora la testa, raggiungendo e tranciando il secondo filo metallico. Era strano, tutto molto strano: fino a quel momento era praticamente stato uno scontro a senso unico, eppure nella voce sardonica del chunnin c’era una palpabile sensazione di sicurezza, si complimentava con lei ma...sembrava nascondere qualcosa, come se sapesse che fino a quel momento l'aveva solo lasciata fare, come se avesse saputo fin dall’inizio che le cose sarebbero andate in quel modo; Tae si sentì improvvisamente una bambina, presa dal padre mentre cercava di rubare un biscotto…che davvero Yuzin l’avesse lasciata fare fin ad allora? Che il vero scontro stesse per iniziare proprio in quel momento? Al primo movimento percepito, Tae, temendo una rapida rappresaglia avversaria, o meglio, non sapendo cosa aspettarsi, compose il sigillo di clonazione cercando di avere quantomeno la superiorità numerica, il primo mizu bunshin evocato era infatti sostanzialmente inutile nella nebbia, e lei avrebbe potuto aver bisogno di manforte e contemporaneamente mantenere attiva la sua unica copertura. Sentì un cuore battere per qualche istante e poi sparire nel nulla…la cosa non aveva senso, tutto diventava sempre più strano.



Di nuovo il battito divenne doppio, Tae non aveva idea di cosa stesse succedendo e in quel momento le sembrò quasi di essere tornata indietro allo scontro contro Maemi, contro un avversario che le confondeva i sensi e che attuava strategie volte a ingannare più che a cercare lo scontro diretto…ma Yuzin non era così: mentre il secondo battito cardiaco si dirigeva verso il clone acquatico, l’altro si muoveva inesorabile verso la ragazza squalo. La velocità del chunnin era divenuta impressionante, si muoveva con la furia e l’autorevolezza di una tromba d’aria, diretto verso la sua avversaria; il secondo clone acquatico sapeva cosa fare, Tae aveva infatti ideato un piano prima di evocare le copia, la quale si mise appena due passi dietro, a sinistra della kunoichi. La ragazza squalo si sentiva come uno scoglio che vede arrivare lo tsunami senza potersi spostare, era fondamentale che per attuale la sua offensiva lei rimanesse ferma ad incassare i pugni d’acciaio dell’eremita, non avrebbe indietreggiato di un passo. La pelle delle braccia divenne come carta vetrata, ruvida e inspessita, quel ninjutsu era stato ideato per sopportare meglio gli urti, e con Yuzin, ne era certa, sarebbe certamente servito.



Il chunnin arrivava dalla nebbia e Tae sapeva da che parte sarebbe spuntato: l’eremita menò un rapido fendente al ventre della kunoichi, avere degli strani aggeggi, uno dei quali era ricoperto di chakra, era un’arma a metà tra un pugnale e un tirapugni perfettamente in linea con il personaggio. Tae intercettò la lama con l’avambraccio sinistro e lanciò un urlo acuto, improvviso, inatteso. La forza con la quale l’eremita aveva colpito era talmente tanto elevata da quasi bypassare totalmente il jutsu difensivo, senza il quale Tae avrebbe probabilmente perso l’arto. Un passo indietro, mentre un fiotto di sangue vermiglio macchiava il pavimento bianco dell’arena; un pugno, un altro di quelle bombe spacca montagne…non c’era alternativa, o così o la sconfitta: la chunnin della Nebbia si difese il viso appena in tempo coprendosi con il braccio destro. Le sembrò di sentire chiaramente un *crack*, il dolore era asfissiante ma il piano era quasi giunto al suo apice. Tae spostò il busto leggermente verso destra e ruotò il bacino, lasciando un piccolo spazio libero. Il clone acquatico che nel frattempo aveva composto una breve sequenza di sigilli, scattò in avanti verso Yuzin stendendo la mano verso di lui. Si formò improvvisamente la stessa sfera acquatica che poco prima aveva smorzato le due bestie katon. L’ultimo passo del piano di Tae era stato compiuto, ora non restava che vederne gli effetti...nel frattempo la nebbia si diradava, il pubblico sugli spalti vociava soddisfatto, il mizu bunshin che manteneva attiva la tecnica era stato sconfitto.

Code © El Gringo 89